Non passano di certo inosservate le Karma B. Altissime, esuberanti, straordinariamente profonde nei contenuti della loro arte. In scena nei Teatri italiani.
Il teatro en travesti: da Sofocle alle Karma B. Una lunga tradizione quella del teatro en travesti, che parte dall'Antica Grecia, quando le donne non potevano recitare e si doveva sopperire alla loro assenza travestendo gli uomini.
Sfidare le convenzioni di genere e di esplorare nuovi modi di rappresentare la complessità dell'identità umana attraverso la performance teatrale: una pratica che rimase salda sia nel periodo della commedia dell’arte sia nel teatro elisabettiano, fino all’esplosione a fine Novecento con il vaudeville e il burlesque.
Il travestimento teatrale ha avuto forme e manifestazioni diverse in tutto il mondo, ciascuna con le proprie tradizioni e contesti culturali, dal teatro kabuki in Giappone, alla tradizione dell'opera di Pechino, al teatro cross-gender indiano del Kathakali. Ed erano pratica comune anche nel mondo dell'opera e nel teatro musicale, così come ai giorni nostri nel teatro sperimentale, con registi come Carmelo Bene che hanno messo in scena produzioni innovative con attori in ruoli di genere in modi insoliti e provocatori, fino alle performance delle drag queen: uomini che si esibiscono indossando abiti femminili, popolarissimi in Italia, soprattutto nelle grandi città e nei contesti di spettacolo notturno.
Oggi non passano di certo inosservate le Karma B. Altissime, esuberanti, vistose e straordinariamente profonde nei contenuti della loro arte, queste gemelle drag queen sulla carta d’identità riportano i nomi di Carmelo e Mauro (da qui, appunto il nome Karma, crasi dei due nomi) e vedono natali siciliani.
Nati artisticamente dalla fine degli anni ’90 tra club, TV, teatro, film comici e video musicali, nella stagione 2021/2022 sono tra i volti protagonisti di “Propaganda Live” dove spiccano per intelligenza comunicativa e come attivisti della comunità arcobaleno. La loro arte performativa è al contempo informativa: hanno preso parte a incontri socioculturali come l’International Journalism Festival di Perugia e il Wired Festival di Firenze.
Dopo lo spettacolo del 2022 “Le Dive con qualcosa in più”, le Karma B ora ritornano in scena con “MaschiE… Quello che gli uomini non dicono” (qui tutte le date), un nuovo show dal vivo unico tra musica, stand up comedy e outfit incredibili, look interamente realizzati da loro.
La tradizione dell’arte en travesti – teatrale e musicale – affonda nell’Antica Grecia. Quali sono state le vostre maggiori ispirazioni quando avete dato vita alle Karma B?
Il progetto Karma B nasce nel 1996 , in pieno boom delle discoteche italiane. Quindi le nostre ispirazioni del tempo erano molto più legate alla moda, all’immagine e la performance art. Ci riteniamo onnivori dal punto di vista dell’ispirazione, anche perché l’arte drag è a nostro parere un concentrato di cultura pop: l’unica attenzione che poniamo nelle nostre creazioni è mantenere un punto di vista originale e personale.
Che spettacolo è MaschiE? Cosa si deve aspettare chi verrà a vedervi?
Lo spettacolo è un 2 WoMAN show. Siamo sul palco da soli, siamo due uomini che amano calarsi nei panni di due dive, e siamo anche due femministi.
Quando abbiamo iniziato a parlare del progetto con “Freak & Chic” (che produce lo spettacolo assieme a Barley Arts) abbiamo detto per scherzo che volevamo uno show crossover tra vari generi: Lectio Magistralis, Concerto e Stand Up Comedy (si, confessiamo anche noi di essere vittime della “sindrome di standup”). Abbiamo lavorato in questa direzione ed è nato “MaschiE”.
I vostri look lasciano senza fiato. Come studiate il tutto, e quanto tempo occorre per un “travestimento” completo?
Impieghiamo circa due ore e mezza a entrare in questi panni, ma sono anche il tempo in cui Carmelo e Mauro, più timidi e introversi, lasciano il posto alle personalità più sfacciate e chic delle Karma B.
Per lo show indosseremo le creazioni di un brand di alta moda pugliese “RossoRame”che ha creato per noi look ad alto contrasto tra elementi maschili e femminili, partendo dall’idea del titolo.
Qual è la maggior difficoltà nel proporre l’arte come Drag Queen?
Nonostante oggi si parli di più di questa arte, il problema reale rimane il pregiudizio e lo stereotipo della drag queen. Dal nostro punto di vista il drag è un codice, un linguaggio: come lo usi e di quali contenuti lo riempi dipende esclusivamente da te, dalla tua cultura e dalla tua preparazione artistica. Tanto che noi preferiamo definirci “artisti in drag” se dobbiamo scegliere una definizione vicina al nostro sentire.
Karma: una parola dal significato profondo.
Karma si rifà alla legge della causalità, ossia che le azioni di una persona, buone o cattive, influenzeranno la sua esistenza futura. Oggi l’attenzione dell'opinione pubblica è particolarmente focalizzata sui temi del gender, del patriarcato, delle famiglie non tradizionali.
Come pensate di contribuire, volontariamente o no, a questa riflessione collettiva? E soprattutto, dove ci porterà questa riflessione?
Pensiamo eccome di contribuire a questa discussione, lo facciamo coscientemente e con la consapevolezza che siamo corpo politico, nel senso più ampio del termine. Quando decidiamo di salire su un palco indossando i nostri panni , stiamo già sfidando una certa idea di mascolinità e più in generale di patriarcato.
Dove porterà questa riflessione non ci è dato sapere, ma possiamo dire cosa speriamo: che il mondo futuro sia un posto dove c’è spazio per tutte le sfumature dell’essere umano. Ci piace l’idea di un mondo dove le persone non siano tutte uguali ma equivalenti: tutte diverse ma con lo stesso valore.